Da che ho memoria, quindi da una settimana a questa parte, forse è ora che io smetta di drogarmi.
Ok ricomincio. Allora, dicevo, fin da piccola, ho sempre avuto paura del buio, b-u-i-o, la sola parola sembrava celasse qualcosa di misterioso, soprannaturale, pauroso ed effettivamente se si analizza la parola "buio", si nota che è formata dalle parole "bu" e "io". Ora la parola "bu", come tutti sanno, fa parte del nostro vocabolario come suono onomatopeico per incutere timore a qualcuno.
Quante volte vi sarà capitato nella vita di saltare da dietro un muro con lo scopo preciso di terrorizzare il disgraziato vittima del vostro scherno? A questo proposito, ricordo le volte che io stessa sono stata vittima di questa goliardica burla, soprattutto da bambina. Questo gioco infatti era il preferito di quel gran simpaticone di mio cugino che, essendo più piccolo di me di 3 anni, tentava spesso di pareggiare il conto terrorizzandomi a morte con questo scherzo del c... a mio avviso poco carino, togliendomi anni di vita.
Ricordo una volta in particolare in cui il mattacchione si nascose dentro l'armadio per un quarto d'ora, prima di saltare fuori spalancando le ante urlando come un pazzo "Buuu!" "Maledetto!", cosa avesse fatto la dentro per 15 minuti, l'idiota, non se lo ricorda più, perciò caduta nell'oblio la motivazione ho smesso anch'io di chiedermelo. Comunque, essendo la più grande, lo presi da parte cercando di fargli capire, in modo gentile, che non avrebbe dovuto farlo mai più. "Dani hai rotto la minchia". Intento che purtroppo non andò a buon fine. L'altra parola poi, di cui è composta la parola buio è "io", bu-io, il che farebbe pensare a io "bu", ovvero io "paura", il che a sua volta farebbe pensare a "io metto paura" oppure più appropriato "paura io ", che equivarrebbe all'espressione colloquiale "Che paura!", "Che spavento!", "Che scagaccia!" e via dicendo. Intuisco dalle facce che vi state perdendo, perciò andrò oltre. Il buio tuttavia, pur mantenendo, ovviamente, il suo lato oscuro, nel diventare grandi, acquista familiarità, divenendo quasi un compagno, un complice direi, soprattutto in occasioni particolari. In primis quando, a letto col proprio partner gli si chiede di tenere la luce spenta perchè "Sai mi vergogno, su queste cose sono timida", geniali menti femminili...timida un cacchio!Di piuttosto che far scoprire al tuo lui di essere uscito con la sorella dell'uomo di Neandertal rovinerebbe quel poco di sex apple che hai cercato di ostentare per tutta la serata. Perchè sentire è un conto, potrebbe anche reggere la scusa del cane salito sul letto, ma vederli....quindi, clic, via la luce e problema risolto, più o meno. Oltre che complice sa essere però anche bastardo, tipo quando arriva senza che tu l'abbia voluto, ovvero, salta la corrente e tac, buio pesto. "Cacchio!" e le candele, come da copione, sono sempre nella stanza più lontana da dove ti trovi in quel momento. Cominci allora ad avventurarti nei meandri di casa camminando a tastoni come un ceco, urtando, come da copione, tutto quello che c'è di urtabile nel raggio di 50 metri. Si perchè quando succedono questi imprevisti, è incredibile, non c'è spigolo, piede del tavolo, sedia o bracciolo del divano su cui non ti vai cappottando. Sembra quasi che i mobili si spostino apposta per far si che ti faccia male, come per vendetta " Tieni bastardo! Questo è per il vino che mi hai fatto cadere sulla tappezzeria!", " Aiahh!Ho preso il bracciolo del divano", " Il divano? Ma non stiamo in cucina?". Alla fine acciaccato, ferito ed esausto arrivi nel luogo dove sei solito riporre le candele, nell'ultimo cassetto dell'ultimo mobile in fondo alla stanza ed eccole, le candele, o meglio i mozziconi di candele, resti dell'ultima volta che ti sono servite. Eh si perchè, tu, uomo del 2000, non compri più le candele , ma ti rifornisci di torcia elettrica in caso blackout, siccome però sei anche un coglione di dimensioni stratosferiche ti dimentichi di comprare le batterie e quindi vai comunque cercando le candele. Alla fine, dopo mille peripezie ne accendi una e mentre ti pavoneggi portandola in mano come fosse la fiaccola olimpica...tac, riecco la luce e a te non rimane altro che soffiare sulla candelina, farti gli auguri da solo come un idiota per il tuo non compleanno e pensare " Spegnetemi!".Buio.
Ricordo una volta in particolare in cui il mattacchione si nascose dentro l'armadio per un quarto d'ora, prima di saltare fuori spalancando le ante urlando come un pazzo "Buuu!" "Maledetto!", cosa avesse fatto la dentro per 15 minuti, l'idiota, non se lo ricorda più, perciò caduta nell'oblio la motivazione ho smesso anch'io di chiedermelo. Comunque, essendo la più grande, lo presi da parte cercando di fargli capire, in modo gentile, che non avrebbe dovuto farlo mai più. "Dani hai rotto la minchia". Intento che purtroppo non andò a buon fine. L'altra parola poi, di cui è composta la parola buio è "io", bu-io, il che farebbe pensare a io "bu", ovvero io "paura", il che a sua volta farebbe pensare a "io metto paura" oppure più appropriato "paura io ", che equivarrebbe all'espressione colloquiale "Che paura!", "Che spavento!", "Che scagaccia!" e via dicendo. Intuisco dalle facce che vi state perdendo, perciò andrò oltre. Il buio tuttavia, pur mantenendo, ovviamente, il suo lato oscuro, nel diventare grandi, acquista familiarità, divenendo quasi un compagno, un complice direi, soprattutto in occasioni particolari. In primis quando, a letto col proprio partner gli si chiede di tenere la luce spenta perchè "Sai mi vergogno, su queste cose sono timida", geniali menti femminili...timida un cacchio!Di piuttosto che far scoprire al tuo lui di essere uscito con la sorella dell'uomo di Neandertal rovinerebbe quel poco di sex apple che hai cercato di ostentare per tutta la serata. Perchè sentire è un conto, potrebbe anche reggere la scusa del cane salito sul letto, ma vederli....quindi, clic, via la luce e problema risolto, più o meno. Oltre che complice sa essere però anche bastardo, tipo quando arriva senza che tu l'abbia voluto, ovvero, salta la corrente e tac, buio pesto. "Cacchio!" e le candele, come da copione, sono sempre nella stanza più lontana da dove ti trovi in quel momento. Cominci allora ad avventurarti nei meandri di casa camminando a tastoni come un ceco, urtando, come da copione, tutto quello che c'è di urtabile nel raggio di 50 metri. Si perchè quando succedono questi imprevisti, è incredibile, non c'è spigolo, piede del tavolo, sedia o bracciolo del divano su cui non ti vai cappottando. Sembra quasi che i mobili si spostino apposta per far si che ti faccia male, come per vendetta " Tieni bastardo! Questo è per il vino che mi hai fatto cadere sulla tappezzeria!", " Aiahh!Ho preso il bracciolo del divano", " Il divano? Ma non stiamo in cucina?". Alla fine acciaccato, ferito ed esausto arrivi nel luogo dove sei solito riporre le candele, nell'ultimo cassetto dell'ultimo mobile in fondo alla stanza ed eccole, le candele, o meglio i mozziconi di candele, resti dell'ultima volta che ti sono servite. Eh si perchè, tu, uomo del 2000, non compri più le candele , ma ti rifornisci di torcia elettrica in caso blackout, siccome però sei anche un coglione di dimensioni stratosferiche ti dimentichi di comprare le batterie e quindi vai comunque cercando le candele. Alla fine, dopo mille peripezie ne accendi una e mentre ti pavoneggi portandola in mano come fosse la fiaccola olimpica...tac, riecco la luce e a te non rimane altro che soffiare sulla candelina, farti gli auguri da solo come un idiota per il tuo non compleanno e pensare " Spegnetemi!".Buio.
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