Non esiste grande genio senza una dose di follia.

venerdì 6 marzo 2009

Ciao papà!


Colori. Si credo siano colori, allora è questo il mondo, non distinguo bene le cose è ancora tutto confuso, appannato, però non fa più così freddo credo sia grazie a questa cosa che ho addosso è asciutta e morbida, confortevole. Sento uno strano dolore alla pancia non fa tanto male, ma è fastidioso mi fa stare scomodo. Credo sia...Fame! Si, ho fame, come faccio però è tutto diverso adesso. Non ho più il tubo, dovè quel tubo era qui non c'è più. Ho barattato il mio tubo con questa nuova pelle che ho addosso?Sono un pazzo! Ho fame e non so come mangiare, allora morirò?Morirò senza il mio tubo e con questa strana pelle blu. Mi viene da piangere. Cos'è quello? Sagome. Sono lontane, ma comincio a distinguerle. E' un maschio, giovane, però molto più grande di me sta attaccato alla superficie trasparente che ci divide, mi sa che anche lui ha fame sta piangendo o forse si accorto che hanno staccato il tubo anche a lui. Mi sta guardando, ha gli occhi stanchi ha l'aria di uno che se l'è passata male, che ne ha viste tante troppe. Il suo sguardo è antico. L' espressione non riesco a distinguerla, sembra felice però continua a piangere dev'essere parecchio affamato. Tiene le mani poggiate su quella superficie trasparente, sembra che voglia toccarmi o attirare la mia attenzione, guardo quelle mani e poi mi accorgo di averne due anch'io sono come le sue, però più piccole. Mi è simpatico quel tipo abbiamo molte cose in comune: piangiamo per la fame e abbiamo le mani. Oh! Non è più solo adesso, un'altra sagoma si è avvicinata, stavolta però è una femmina, credo, ha i capelli più lunghi e sembra più piccola. Cosa fanno?Si abbracciano! Ora piange anche lei, ma non mangia nessuno in questo mondo?Le scende una lacrima, non arriva neanche al mento la toglie via con la...mano!Ne ha una anche lei!Allora è così, abbiamo fame e siamo senza tubo, però abbiamo le mani. Strano mondo, mi sa che ci metterò un po' ha capirlo. Adesso che succede! sento il vuoto sotto di me una strana sensazione di leggerezza, sono sospeso , sto volando via o almeno credo. Intravedo un'altra femmina mi tiene sollevato ha delle mani anche lei e le usa per tenermi stretto, allora servono a qualcosa ?E' già un sollievo. Lei però non piange quindi non ha fame, forse a lei hanno lasciato il tubo o ha trovato il modo di mangiare anche senza, chissà se lo dirà anche a me?Se ne va! Oh! Oh! Dove vai?? Io ho ancora fame!Ecco, mi viene di nuovo da piangere. Oh-oh! Ora credo di essere di nuovo su qualcosa, è meglio di prima è più caldo e più sicuro. Vedo qualcosa sopra di me, Oh! Riconosco questo viso è del maschio di prima adesso però lo vedo meglio, ha qualcosa di...famigliare. Mi sta guardando, ma non mi sento a disagio, mi piace qui. Riesco anche a vedere la femmina di prima che era vicina a lui, lei è ancora dietro la superficie trasparente, ci guarda e stavolta sorride. Lui invece sta di nuovo piangendo, ma non sono più sicuro che pianga per la fame non sembra dolore il suo, sembra contento tanto contento.
Credo mi stia dicendo qualcosa, qualcosa tipo:" Il mio bambino, tu sei il mio bambino.", non so cosa voglia dire, ma ha un bel suono, mi piace "Il mio bambino...". Ora non ho più male alla pancia, la sua voce mi calma, lui mi piace, però sono stanco mi si chiudono gli occhi..."Il mio bambino..." mi piace... ha un bel suono... ... ... ... ... ...


Cristian 05/03/2009
h:13.20
Benvenuto! Auguri neopapà!

martedì 3 marzo 2009

Black jack


La prima volta che l'ho incontrata ricordo solo un gran vociare, rumore di oggetti metallici e soprattutto un gran freddo, però mi è stata subito simpatica a parte la presentazione un po' "scomoda". Col passar del tempo ho imparato a conoscerla, amarla, perfino odiarla a volte, ma non l'ho mai capita veramente su questo ci sto ancora lavorando. Quella sua ossessione di stravolgere i progetti, cambiare i piani quasi fosse una missione la sua. Lunatica, imprevedibile, irritabile in certi momenti, comunque straordinaria. Se c'è una cosa che ho imparato di lei è che non da mai niente per niente, viene sempre a riscuotere il suo tributo. Ha un suo equilibrio, delle sue regole che da 25 anni sto ancora cercando di imparare per riuscirne a capire il gioco così da non farmi trovare impreparata. Non l'ho mai fregata. Riesce sempre a spiazzarmi. Secondo me bara, ma tanto non lo ammetterà mai. Me la immagino acquattata in un angolo in attesa di ascoltare quei sogni che distrattamente riveliamo ad un'amica o a un conoscente o a noi stessi nel buoi della stanza, poco prima di dormire, con un filo di voce, quasi fosse una preghiera. Infallibile mercenaria al soldo di un destino che troppo spesso ritarda nel pagare i propri debiti. Sorride beffarda e soffoca una risatina, ha negli occhi lo sguardo di una moglie gelosa che si scopre tradita e prepara la vendetta. Sa esattamente che le cose non andranno mai come le stiamo progettando, ma fino alla fine ci regala quell'illusione, la stronza. A volte però presa da un improvviso raptus di pentimento ci invia dei segnali. Piccoli campanelli di avvertimento per farci desistere dallo sperare che andrà tutto come lo abbiamo immaginato, ma è come dire a un centometrista che quella sarà la sua ultima corsa, potrà starti a sentire, non ti crederà mai veramente.
Abile mazziere al tavolo da gioco, ancora una volta ha mischiato le sue carte e cambiato tutto.
Quei progetti, quei piani, quei sogni eccoli là di nuovo in mezzo al mazzo pronti ad essere rimessi in gioco, con la speranza che questa sia la mano fortunata. Eppure, dopo 25 anni che gioco con lei un giro stavolta me lo sono assicurato. E' da quando ho memoria che mi sento ripetere la solita frase " Che ci vuoi fare è la vita, non si può cambiarla.". Beh! E' una cazzata! Io non ho ancora cambiato la mia è vero, ma ho vinto contro di lei una sfida grande e non ero da sola a giocare quella partita. No signori miei, ci sono cose che neanche la vita può cambiare e noi lo sappiamo bene. Noi questo round l'abbiamo vinto.

Alla mia sorellina, senza la quale questa partita
non avrei potuto vincerla.

giovedì 6 marzo 2008

Stasera resto.


Una vasca, della buona musica, acqua, rigorosamente dosata, bolle di sapone e te stesso, a volte per essere felici basta poco. I pensieri scivolano sulla superficie silenziosi, come solo loro sanno essere e per brevi istanti tutto si ferma, non esiste niente al di là di quella sensazione, delle note che ti accarezzano, di quell’abbraccio che così di rado ti concedi.Solo con te stesso, con tutto quello che sei e non fingi di dover essere. Solo con l’unica persona con cui non stai mai, anche se te la porti sempre dietro, con cui non parli mai, ti prenderebbero per scemo, che non ascolti mai, perché sai fin troppo bene quello che vuole e se non riuscissi a darglielo rischieresti di deluderla. Perciò, che il mondo continui pure il suo can can la fuori, non importa, stavolta dovrà continuare senza di me, che diamine non succede mai, ho deciso, io…stasera resto.

domenica 10 febbraio 2008


"...A me, per esempio, piace conoscere una persona a memoria."
"Questa non l'ho capita."
"Ma sì, dài, come una poesia. Sai come si dice in inglese studiare a memoria? By heart, col cuore. Ecco, in questo senso intendo. Conoscere una persona by heart, a memoria, significa, come quando ripeti una poesia, prendere anche un po' di quel ritmo che le appartiene. Una poesia, come una persona, ha dei tempi suoi. Per cui conoscere una persona a memoria significa sincronizzare i battiti del proprio cuore con i suoi, farsi penetrare dal suo ritmo. Ecco, questo mi piace. A me piace amare un persona e conoscerla a memoria come una poesia, perchè come una poesia non la si può comprendere mai fino in fondo."


Da Il giorno in più

sabato 9 febbraio 2008

Pausa.



C'è un momento per nascere, per imparare, per cadere, anche un momento per imparare a cadere. C'è un momento per volere, per desiderare, un momento per amare, per scopare, un momento per odiare e per smettere di desiderare. C'è un momento per correre, per camminare, un momento per andare avanti e per tornare indietro, c'è un momento per fermarsi sul bordo della vita ad aspettare. C'è un momento per mollare tutto e ricominciare, un momento per rollare, per guardare il cielo e sognare. C'è un momento per ascoltare, per chiudere gli occhi e lasciarsi andare, c'è sempre un momento per bere e uno per vomitare, quasi sempre quello che si è bevuto. E c'è un momento per rischiare, per sciegliere, per fumare, per lasciarlo accadere, per accarezzare. C'è un momento per mandare affanculo tutto e uno in cui quel tutto avresti voluto tenerlo più stretto. C'è un momento per vivere e uno per morire, c'è un momento in cui ti sentirai talmente in alto da guardare Dio negli occhi e uno in cui a stento riuscirai a vedere la suola delle sue scarpe. C'è un momento per piangere e uno per gioire, c'è un momento per incazzarsi e farsi sentire. C'è un momento in cui avresti fatto di tutto per andartene e uno in cui faresti di tutto per non essertene andato...

Pazzo.


Mi credono pazzo. Che ne sanno loro? Non sanno niente. Mi credono pazzo perchè sono quì da due giorni seduto su questa sedia ad aspettare...ad aspettarla. Che ne sanno loro? Mi compatiscono, ma io me ne frego. Me ne frego dei loro sguardi, io lo so perchè sono qua, il mio è un appuntamento vero. Ho preso un impegno col destino, con la vita e voglio mantenerlo, sono quì dove devo essere " Che ti guardi eh? Che vuoi? Non hai mai visto uno seduto su una sedia? Non hai mai aspettato qualcuno? Che poveraccio che sei". Io si, io sono fortunato, io sono quì che aspetto...aspetto Alice. Lei verrà, lo so, me lo ha detto. Non importa tra quanto, io resto quì; di giorno, con il sole negli occhi, di notte con le stelle tra i capelli. Alice mi piace, è molto bella e poi ha detto che quando viene andiamo via da questo posto e io ci credo, non importa dove andiamo Alice è l'unico paese in cui voglio abitare. Sì perchè lei è libertà, è il mio "non devo" non devo prendere la pasticca blu prima di dormire ne quella rossa la mattina. Con lei non ne ho bisogno. Dicono che lei non esiste, che sono pazzo, ma che ne sanno loro? Pupazzi tutti uguali in quei loro camici bianchi, credono di sapere tutto, non sanno niente. Alice è mia, io l'ho vista perciò esiste, esiste per me non per loro. Lei è il futuro che sorride, il cartello che indica la strada ecco perchè sono quì, perchè lei è come una casa col tetto di vetro posso guardare il cielo sentendomi al sicuro.

giovedì 24 gennaio 2008

Epitaffio.


Qui giace l’onoratissima Guglielma De murta,
a cui la vita, purtroppo, andò alquanto storta,
il fato avverso, poi, finì il misfatto,
l’ha resa murta di nome e pure di fatto.

Di nobili natali e illustri genitori,
visse in solitudine nel castello dei suoi predecessori,
corta di gamba, brutta d’aspetto
trapassò illibata, senza ricevere ‘affetto’.

Qui si ricorda questa nobili donna,
che invano tentò d’alzar la gonna,
la si ricorda con una mano sul cuore,
colei che, non volendo, preservò il suo candore.