Una vasca, della buona musica, acqua, rigorosamente dosata, bolle di sapone e te stesso, a volte per essere felici basta poco. I pensieri scivolano sulla superficie silenziosi, come solo loro sanno essere e per brevi istanti tutto si ferma, non esiste niente al di là di quella sensazione, delle note che ti accarezzano, di quell’abbraccio che così di rado ti concedi.Solo con te stesso, con tutto quello che sei e non fingi di dover essere. Solo con l’unica persona con cui non stai mai, anche se te la porti sempre dietro, con cui non parli mai, ti prenderebbero per scemo, che non ascolti mai, perché sai fin troppo bene quello che vuole e se non riuscissi a darglielo rischieresti di deluderla. Perciò, che il mondo continui pure il suo can can la fuori, non importa, stavolta dovrà continuare senza di me, che diamine non succede mai, ho deciso, io…stasera resto.
giovedì 6 marzo 2008
domenica 10 febbraio 2008
"...A me, per esempio, piace conoscere una persona a memoria."
"Questa non l'ho capita."
"Ma sì, dài, come una poesia. Sai come si dice in inglese studiare a memoria? By heart, col cuore. Ecco, in questo senso intendo. Conoscere una persona by heart, a memoria, significa, come quando ripeti una poesia, prendere anche un po' di quel ritmo che le appartiene. Una poesia, come una persona, ha dei tempi suoi. Per cui conoscere una persona a memoria significa sincronizzare i battiti del proprio cuore con i suoi, farsi penetrare dal suo ritmo. Ecco, questo mi piace. A me piace amare un persona e conoscerla a memoria come una poesia, perchè come una poesia non la si può comprendere mai fino in fondo."
Da Il giorno in più
sabato 9 febbraio 2008
Pausa.
C'è un momento per nascere, per imparare, per cadere, anche un momento per imparare a cadere. C'è un momento per volere, per desiderare, un momento per amare, per scopare, un momento per odiare e per smettere di desiderare. C'è un momento per correre, per camminare, un momento per andare avanti e per tornare indietro, c'è un momento per fermarsi sul bordo della vita ad aspettare. C'è un momento per mollare tutto e ricominciare, un momento per rollare, per guardare il cielo e sognare. C'è un momento per ascoltare, per chiudere gli occhi e lasciarsi andare, c'è sempre un momento per bere e uno per vomitare, quasi sempre quello che si è bevuto. E c'è un momento per rischiare, per sciegliere, per fumare, per lasciarlo accadere, per accarezzare. C'è un momento per mandare affanculo tutto e uno in cui quel tutto avresti voluto tenerlo più stretto. C'è un momento per vivere e uno per morire, c'è un momento in cui ti sentirai talmente in alto da guardare Dio negli occhi e uno in cui a stento riuscirai a vedere la suola delle sue scarpe. C'è un momento per piangere e uno per gioire, c'è un momento per incazzarsi e farsi sentire. C'è un momento in cui avresti fatto di tutto per andartene e uno in cui faresti di tutto per non essertene andato...
Pazzo.
Mi credono pazzo. Che ne sanno loro? Non sanno niente. Mi credono pazzo perchè sono quì da due giorni seduto su questa sedia ad aspettare...ad aspettarla. Che ne sanno loro? Mi compatiscono, ma io me ne frego. Me ne frego dei loro sguardi, io lo so perchè sono qua, il mio è un appuntamento vero. Ho preso un impegno col destino, con la vita e voglio mantenerlo, sono quì dove devo essere " Che ti guardi eh? Che vuoi? Non hai mai visto uno seduto su una sedia? Non hai mai aspettato qualcuno? Che poveraccio che sei". Io si, io sono fortunato, io sono quì che aspetto...aspetto Alice. Lei verrà, lo so, me lo ha detto. Non importa tra quanto, io resto quì; di giorno, con il sole negli occhi, di notte con le stelle tra i capelli. Alice mi piace, è molto bella e poi ha detto che quando viene andiamo via da questo posto e io ci credo, non importa dove andiamo Alice è l'unico paese in cui voglio abitare. Sì perchè lei è libertà, è il mio "non devo" non devo prendere la pasticca blu prima di dormire ne quella rossa la mattina. Con lei non ne ho bisogno. Dicono che lei non esiste, che sono pazzo, ma che ne sanno loro? Pupazzi tutti uguali in quei loro camici bianchi, credono di sapere tutto, non sanno niente. Alice è mia, io l'ho vista perciò esiste, esiste per me non per loro. Lei è il futuro che sorride, il cartello che indica la strada ecco perchè sono quì, perchè lei è come una casa col tetto di vetro posso guardare il cielo sentendomi al sicuro.
giovedì 24 gennaio 2008
Epitaffio.
Qui giace l’onoratissima Guglielma De murta,
a cui la vita, purtroppo, andò alquanto storta,
il fato avverso, poi, finì il misfatto,
l’ha resa murta di nome e pure di fatto.
Di nobili natali e illustri genitori,
visse in solitudine nel castello dei suoi predecessori,
corta di gamba, brutta d’aspetto
trapassò illibata, senza ricevere ‘affetto’.
Qui si ricorda questa nobili donna,
che invano tentò d’alzar la gonna,
la si ricorda con una mano sul cuore,
colei che, non volendo, preservò il suo candore.
a cui la vita, purtroppo, andò alquanto storta,
il fato avverso, poi, finì il misfatto,
l’ha resa murta di nome e pure di fatto.
Di nobili natali e illustri genitori,
visse in solitudine nel castello dei suoi predecessori,
corta di gamba, brutta d’aspetto
trapassò illibata, senza ricevere ‘affetto’.
Qui si ricorda questa nobili donna,
che invano tentò d’alzar la gonna,
la si ricorda con una mano sul cuore,
colei che, non volendo, preservò il suo candore.
domenica 20 gennaio 2008
Storie a luppolo.
Nel corso della sua lezione, un professore di filosofia, sotto gli occhi stralunati dei suoi allievi, prese un vaso vuoto e cominciò a riempirlo con sassi di 3 centimetri di diametro. Una volta colmatolo, egli chiese se pareva loro che tale vaso potesse dirsi pieno. Essi risposero di sì. Allora il professore tirò fuori dalla sua borsa una scatola di piselli secchi e cominciò a versarli nel vaso. I piselli s’infilarono tra i sassi. Al termine di questa seconda operazione rifece la stessa domanda, alla quale i suoi studenti, divertiti, risposero in coro di sì. Ma la sorpresa fu grande quando gli studenti videro il professore tirar fuori un sacchetto di sabbia e cominciare con quella a riempire gli spazi vuoti che ancora erano nel vaso.- Allora? vi sembra pieno ora? - Sì, ora lo è senza dubbio! Con lo stesso atteggiamento del prestigiatore, il professore prese dal cassetto della sua scrivania due lattine di birra e, tra le risate di tutti, le versò lentamente nel vaso.- Ora, disse,voglio che voi pensiate che questo vaso rappresenti la vostra esistenza. I sassi sono le cose importanti: la vostra famiglia, le vostre amicizie, la vostra salute, i vostri principi e sentimenti; in una parola le cose importanti ed essenziali con le quali riempite la vostra vita. I piselli sono le altre cose importanti ma non essenziali come le prime, ad esempio: un lavoro ben remunerato, una casa ben arredata, un’automobile di prestigio, un guardaroba ben rifornito, eccetera. La sabbia è tutto il resto, ossia le piccole cose, quelle di cui si può certamente fare a meno, ma che, se ci sono, tanto meglio. -Sugli sguardi interessati degli studenti si poteva a quel punto leggervi una generale e compiaciuta condivisione.- Ovviamente riprese ancora il professore se nel vaso iniziate a porvi per prima la sabbia non vi sarà spazio né per i sassi, né per i piselli. La stessa cosa vale per la vostra esistenza: se dedicate le vostre energie alle piccole cose, non avrete più spazio per quelle importanti. Perciò ricordatevi di curare e mantenere saldi i valori della famiglia, dell’amicizia e dell’amore, innanzitutto. Nella vita occorre dedicarsi innanzitutto a ciò che veramente conta, poi al superfluo, perché il resto è solo sabbia! -Una giovane e carina studentessa alzò la mano e chiese di parlare:- E la birra cosa rappresenta ? - Sono contento che me lo hai chiesto. Essa è servita giusto a dimostrarvi che, per quanto piena possa essere la vostra esistenza, c’è sempre spazio per un paio di birre!
mondobirra.org
sabato 19 gennaio 2008
È strano l’effetto che da quel tono pacato. Accarezza l’anima come fosse musica. Il testo ormai lo so a memoria sono anni che lo ascolto, eppure a volte, riascoltarlo, mi rasserena. Spesso poi, quando fa più freddo, quegli abbracci diventano come una di quelle enormi coperte colorate, ci resterei avvolta per tutta la vita. Come sempre è bastato un niente. Poche parole soffiate sul cuore, sussurrate all’orecchio, nel frastuono di una sala, come fossero un segreto: “Ti voglio bene”. Birra, stelle e le stesse note di sempre, non c’è niente di più bello al mondo. Grazie tesoro, adesso non fa più così freddo.
mercoledì 16 gennaio 2008
La cosa più bella.
Tema:
La cosa più bella che mi è capitata quest'anno.
Svolgimento:
La cosa più bella che mi è capitata quest'anno è aver rincontrato un’amichetta che non vedevo da un sacco di tempo. Quando eravamo piccole giocavamo sempre insieme e ci volevamo tanto bene e anche adesso ci vogliamo bene. Mi ricordo la volta che insieme, io e la mia amichetta, abbiamo fatto una torta che però non abbiamo mai mangiato perché mamma a detto che era meglio di no. Mi ricordo poi quando, io e la mia amichetta, siamo andate al parco giochi quello grande che sta in Francia, forse, non mi ricordo, però mi ricordo che ci siamo divertite moltissimo e che abbiamo promesso che non ci saremmo mai separate. Poi però è successo. Non ci siamo più viste e poi invece si e io sono stata troppo felice di rincontrare la mia amichetta, perché, anche se non siamo state insieme per tanto tempo, ci vogliamo bene come se non ci fossimo mai separate e questo è bello e questa è la cosa più bella che mi è successa quest'anno. Poi voglio dire alla mia amichetta che si chiama Francesca che gli voglio tanto bene e voglio che non ci separiamo più e questa è la cosa più bella che mi è successa quest' anno.
Se c'è una cosa che mi ha reso davvero felice è l'averti ritrovata.
Se c'è una cosa che mi ha reso davvero felice è l'averti ritrovata.
venerdì 11 gennaio 2008
Aspettando...
Ti sto aspettando sai, è una vita che ti aspetto, però mi hanno detto che ne vale la pena perciò non mi preoccupo resto qui e…aspetto. Ogni tanto mi capita di intravvederti in lontananza allora mi alzo e comincio a sporgermi per attirare l’attenzione per farmi notare, ma poi mi accorgo che non sei tu allora mi rimetto seduta e non ti nego che, tutte le volte, gli occhi tradiscono quella punta di delusione, me lo ha detto quello che siede alla mia sinistra, se ne è accorto, anche lui sta aspettando ma è qui da molto più tempo di me. Io non credo che riuscirei ad attenderti così a lungo, o forse si chi sa. La ragazza che siede alla mia destra invece è appena arrivata, in realtà io non l’ho vista arrivare, però me ne rendo conto da come si guarda intorno. Tutto quello che vede sembra volerlo divorare con gli occhi ed è piena di speranza, aspettative. Poco fa, non ce l’ho fatta, ho dovuto… come dire.. “smontarla” un po’ “ Guarda che ci sarà d’aspettare”. Lei però non mi ha dato molto peso mi ha sorriso e ha alzato le spalle credo che anche a lei abbiano detto che ne vale la pena. A volte immagino il momento in cui arriverai, le sensazioni visive, uditive, tattili e cresce il desiderio, l’impazienza, la curiosità di sapere chi porterai con te questa volta quale strada avrai percorso e quale percorreremo insieme. Ecco, di nuovo quella sensazione, mi sembra…sì di intravvederti, ma forse mi sbaglio, per l’ennesima volta o forse no stavolta è vero, non è un altro abbaglio sei tu sono sicura. Riconosco quella folata di vento che precede il tuo arrivo seguita da quel grazioso fischio che tradisce l’ormai imminente dipartita dei freni. Finalmente!E’ un’ora! “ Scusi ferma a piazza Dante?” “Sì tra due fermate.” “Grazie”.
....L'80.
lunedì 7 gennaio 2008
Buon compleanno.
Ciao piccolina, forse non sai chi sono, quando sono andato via avevi pochi mesi, quindi è anche normale che tu non ti ricordi di me, beh, io di te mi ricordo, sei la mia bambina la mia piccola stella e oggi 12 aprile la mia stellina compie 4 anni. Mi sembra di vederti in quel vestitino rosa davanti a quella torta coperta di panna mentre soffi su quelle candeline, allegre testimoni degli anni che passano. Qui dove sono io, invece, il tempo sembra non passare mai, i giorni si susseguono tutti uguali. Sai, a volte ti immagino dormire nella tua stanzetta e nella mente mi disegno accanto a te mentre ti do la buonanotte o ti leggo una favola per farti addormentare anche se mamma è più brava in queste cose e quel pensiero mi culla fino a quando il sonno non sopraggiunge e tutto diventa buio. Il mattino dopo la realtà torna a riscuotere il suo tributo ed eccomi ancora qua. Questo posto rende pazzi, arrivi ad un punto in cui la libertà puoi quasi vederla, sentirne l’odore al di là di queste sbarre , ma non proverai mai a raggiungerla, cominci a pensare che sia qualcosa che hai solo sognato. Non sono un uomo cattivo voglio che tu lo sappia, ho solo fatto troppi errori, ma sto pagando il mio debito e va bene così. Forse quando sarai un più grande mamma ti permetterà di venire a trovarmi adesso dice che è meglio di no ti turberebbe e lei non vuole che accada, la capisco, non è posto per bambini questo. E’ una buona mamma, tu non farla arrabbiare e ascolta sempre quello che ti dice perché ti vuole bene e anche io te ne voglio stellina. Sono un buono a nulla, lo sono sempre stato, decidere di avere te è stata l’unica cosa buona che ho fatto nella mia vita e ti giuro che presto recupereremo tutti gli anni che ci sono stati rubati, mi aggrappo a questo pensiero per non impazzire, per non mollare. Purtroppo non posso mandarti nessun regalo però ti mando questa lettera che ti leggerà la mamma, Buon compleanno stellina e ricorda papà ti vuole bene.
Con amore.
Papà.
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