Non era mattina, ne notte fonda, era piuttosto il tramonto. Sulla parete della piccola, stanza ne la luna, ne le stelle, ma l’ultimo sole, disegnava ombre che non si muovevano, ne stavano ferme, bensì danzavano. L’uomo chino su un tavolo, che non era da pranzo, ne da biliardo, ma una scrivania, non dormiva, ne pensava, scriveva. Rapito dal fascino di quella che non era una storia, ne una novella, ma una lettera, che gli dettava non la penna, ne la mente, ma il cuore. La scriveva pensando non all’amico, ne alla madre, ma alla donna che l’avrebbe ricevuta in un giorno come quello...non d’estate, ne d’inverno, ma di autunno. Cazzi a merenda!
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2 commenti:
Era una ragazza, non era Antonia, nè Ernesta ma Claudia; era un po' strana, nè lunatica, nè metereopatica, ma drogata!!!
Si vabbè... capisco la confusione... ma che è successo? Non sai se scrivere, non digitare, nè parlare, ma dare un segno di vita? C'è gente che viene sul tuo blog e piange perchè è vuoto, lo sai? Allora basta questa crudeltà... scrivi qualcosa fannullona!!!
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