Non esiste grande genio senza una dose di follia.

martedì 3 marzo 2009

Black jack


La prima volta che l'ho incontrata ricordo solo un gran vociare, rumore di oggetti metallici e soprattutto un gran freddo, però mi è stata subito simpatica a parte la presentazione un po' "scomoda". Col passar del tempo ho imparato a conoscerla, amarla, perfino odiarla a volte, ma non l'ho mai capita veramente su questo ci sto ancora lavorando. Quella sua ossessione di stravolgere i progetti, cambiare i piani quasi fosse una missione la sua. Lunatica, imprevedibile, irritabile in certi momenti, comunque straordinaria. Se c'è una cosa che ho imparato di lei è che non da mai niente per niente, viene sempre a riscuotere il suo tributo. Ha un suo equilibrio, delle sue regole che da 25 anni sto ancora cercando di imparare per riuscirne a capire il gioco così da non farmi trovare impreparata. Non l'ho mai fregata. Riesce sempre a spiazzarmi. Secondo me bara, ma tanto non lo ammetterà mai. Me la immagino acquattata in un angolo in attesa di ascoltare quei sogni che distrattamente riveliamo ad un'amica o a un conoscente o a noi stessi nel buoi della stanza, poco prima di dormire, con un filo di voce, quasi fosse una preghiera. Infallibile mercenaria al soldo di un destino che troppo spesso ritarda nel pagare i propri debiti. Sorride beffarda e soffoca una risatina, ha negli occhi lo sguardo di una moglie gelosa che si scopre tradita e prepara la vendetta. Sa esattamente che le cose non andranno mai come le stiamo progettando, ma fino alla fine ci regala quell'illusione, la stronza. A volte però presa da un improvviso raptus di pentimento ci invia dei segnali. Piccoli campanelli di avvertimento per farci desistere dallo sperare che andrà tutto come lo abbiamo immaginato, ma è come dire a un centometrista che quella sarà la sua ultima corsa, potrà starti a sentire, non ti crederà mai veramente.
Abile mazziere al tavolo da gioco, ancora una volta ha mischiato le sue carte e cambiato tutto.
Quei progetti, quei piani, quei sogni eccoli là di nuovo in mezzo al mazzo pronti ad essere rimessi in gioco, con la speranza che questa sia la mano fortunata. Eppure, dopo 25 anni che gioco con lei un giro stavolta me lo sono assicurato. E' da quando ho memoria che mi sento ripetere la solita frase " Che ci vuoi fare è la vita, non si può cambiarla.". Beh! E' una cazzata! Io non ho ancora cambiato la mia è vero, ma ho vinto contro di lei una sfida grande e non ero da sola a giocare quella partita. No signori miei, ci sono cose che neanche la vita può cambiare e noi lo sappiamo bene. Noi questo round l'abbiamo vinto.

Alla mia sorellina, senza la quale questa partita
non avrei potuto vincerla.

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